Febbraio è certamente il “mese della febbre”, ma è anche uno dei mesi della tosse: la cosiddetta tosse invernale. In realtà la tosse non è una malattia: è il meccanismo straordinario di difesa dei bronchi (e quindi della respirazione), quando “qualcosa” li stimola o li intasa: può essere un corpo estraneo o l’accumulo di catarro bronchiale.
Allora automaticamente la gola si chiude, si attua una espirazione forzata aumentando la pressione dentro i bronchi, poi la gola si apre di colpo e l’aria compressa esce violentemente (con il rumore caratteristico), trascinando con sé il materiale che si trova all’interno.
E’ dunque una tosse “buona”, utile: il “cane da guardia del polmone” che con il suo latrato scaccia gli intrusi. Ma se è un meccanismo di difesa, da che cosa ci stiamo difendendo quando ci viene la tosse? Da qualche problema all’interno dei nostri bronchi: quindi la tosse è un sintomo, la spia di una malattia.
In primo luogo dalle malattie che stimolano le ghiandole di bronchi, aumentandone le secrezioni: la tosse serve per espellerle. Quindi le bronchiti acute e croniche, per lo più scatenate da microbi. O le broncopolmoniti, in cui non solo i bronchi ma persino gli alveoli polmonari sono pieni di catarro.
Ma anche le mucosità che dalla parte posteriore del naso scendono in gola (il post-nasal-drip o gocciolamento retronasale) scatenano una tosse, utile per levarle di mezzo.
La tosse che affligge i fumatori al mattino spesso rappresenta il primo segno di malattia da fumo e altro non è che la spia di una iniziale infiammazione con catarro della gola della trachea e dei bronchi.
Ma in altri casi la tosse è secca, non fa espellere nulla: perché tossire allora? E’ questa una tosse “non buona”, perché non è utile ad espellere niente. Si scatena quando la mucosa tracheobronchiale è infiammata, irritata e i nervi che vi stanno dentro percepiscono un stimolo a cercare di espettorare un catarro che non c’é. Questo succede in molte tracheobronchiti virali e dura spesso anche per un certo tempo dopo la guarigione clinica dell’infezione. La pertosse ha un meccanismo di questo tipo.
Succede anche per inalazione di sostanze irritanti, come il cloro o il fumo, ma anche mangiando un piatto piccante, oppure quando c’à reflusso gastro-esofageo e l’acidità dello stomaco risale fino alla gola per l’incontinenza del cardias (la valvola che chiude lo stomaco separandolo dall’esofago): in questo caso è come inalare un aerosol dell’ acido cloridrico contenuto nello stomaco.
Anche altre cause scatenano tosse secca: l’asma, allergica o no, in cui la tosse è accompagnata dal caratteristico sibilo e dalla difficoltà di respiro. E poi situazioni più gravi: i tumori del polmone e la tubercolosi polmonare: in questi casi spesso con la tosse si espellono tracce più o meno abbondanti di sangue. Le fibrosi polmonari (malattie in cui il polmone perde elasticità e la respirazione diventa sempre più difficile) spesso fanno tossire. E a tosse soprattutto accompagnata da difficoltà di respiro distesi a letto è spesso presente nello scompenso di cuore.
Infine esistono farmaci che, in alcune persone predisposte, danno tosse pur non avendo alcun effetto sull’apparato respiratorio, come è il caso degli ACE-inibitori che servono per abbassare la pressione arteriosa.
Esiste poi la tosse psicogena, una specie di tic, non infrequente nei bambini, ma rarissima negli adulti: molto spesso quelle che vengono definite come tossi”nervose” hanno altre cause e prima di definirle così bisogna escludere tutte le altre ipotesi.
E’ evidente dunque che non può esserci una “cura” per la tosse: la cura è naturalmente diversa per ognuna delle cause che la producono. Per questo gli “sciroppi per la tosse” che dovrebbero attenuare il sintomo senza curare la causa sono poco efficaci: per fortuna le cause più comuni sono benigne e la tosse spesso passa da sola! Quando si protrae nel tempo è però doveroso indagarne la causa, come se la tosse fosse una spia accesa sul cruscotto della nostra auto.
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