Visita pneumologica

La visita pneumologica, presso lo studio o a domicilio, dura circa un’ora, nel corso della quale il dottor Bruna compila una cartella con le varie risultanze dei seguenti passaggi:

  1. Anamnesi familiare
  2. Esame obiettivo
  3. Spirometria
  4. Valutazione sotto sforzo

1. L’anamnesi familiare

Sono richieste notizie circa le malattie ereditarie, anche di natura non strettamente pneumologica, eventualmente note dei genitori e dei fratelli: diabete, allergie, asma, ipertensione …

1.1 Lavorativa

Per il medico pneumologo è importante conoscere eventuali rischi professionali: polveri, fumi, amianto, ambienti con aria condizionata con manutenzione non idonea …

1.2 Voluttuaria

L’abitudine al fumo di tabacco viene indagata dettagliatamente.

1.3 Patologica remota

La conoscenza di tutte le patologie trascorse, fin dall’infanzia, mediche e chirurgiche deve essere conosciuta analiticamente dal medico. Il dottor Bruna chiede di solito se ci sono state variazioni significative di peso.

1.4 Patologica prossima

I motivi della visita sono richiesti, uno per uno, in ordine storico, cercando di chiarirne la sequenza

1.5 Esami eseguiti

Tutti gli accertamenti già fatti non solo di natura pneumologica sono importanti e possono chiarire vari aspetti diagnostici: è sempre richiesto di portare, almeno alla prima visita, tutta la documentazione in possesso del paziente: radiografie, esami di sangue, lettere di dimissione dagli ospedali…

1.6 Farmaci

Conoscere eventuali intolleranze già note eviterà al medico di prescrivere nuovamente farmaci dannosi!

Inoltre è assolutamente indispensabile comunicare tutti i farmaci in uso (compresi spray e colliri).


2. L’esame obiettivo

La visita pneumologica comporta la messa a nudo, o quasi, della parte superiore del corpo, cioè del torace e della parte alta dell’addome.

Il dottor Bruna inizia per lo più la visita con la misurazione della pressione arteriosa, del livello di ossigeno nel sangue (ossimetria) e della frequenza cardiaca al polso.

Viene poi palpato il collo. Al torace si effettua la percussione e l’ascoltazione del respiro e del battito cardiaco; si palpano il fegato e la milza; si controlla l’ eventuale edema delle caviglie.

Sono annotati peso e altezza (parametri necessari per la spirometria).

 


3. La spirometria

E’ un esame che serve per stabilire eventuali  danni funzionali respiratori.

Si esegue espirando l’aria con forza attraverso un boccaglio in uno strumento (pneumotacografo a turbina) che permette di registrare il volume di aria espirato e il suo flusso, permettendo di costruire una curva flusso/volume.

I dati  sono  raccolti e analizzati dal computer e poi stampati analiticamente e anche in forma grafica.

Se necessario e possibile, si può eseguire, nelle patologie con ostruzione bronchiale come l’asma e la BPCO, un test broncodinamico, ripetendo una seconda spirometria, previa inalazione di un broncodilatatore (di solito 400 mg di salbutamolo spray); la seconda spirometria, eseguita dopo 20 min’, quando il farmaco inalato ha già manifestato il suo potenziale effetto, viene confrontata automaticamente con la prima.  Un incremento della Capacità Vitale e/o del FEV1 (Volume espiratorio massimo nel 1° secondo) del 12% e di 200 ml rispetto al basale è indice di reversibilità del quadro di ostruzione bronchiale e questa è una indicazione preziosa per le scelte terapeutiche necessarie.


4. Valutazione sotto sforzo

E’ possibile monitorare i livelli di ossigeno con l’ossimetria durante uno sforzo controllato su tapis roulant.

Un test del cammino di 6 minuti su tapis roulant  non è confrontabile con la marcia in piano (vedi : walking test, 6MWT), ma può fornire utili indicazioni  sull’evoluzione nel tempo della malattia respiratoria.