L’epidemia da virus SARS2Co (Severe Acute Respiratory Sindrome 2 Coronavirus – la n° 1 è quella del 2004) è iniziata nel dicembre 2019 in Cina, dichiarata pandemia nel maggio 2020 e la malattia fu denominata CoViD (CoronaVirusDisease) dall’OMS.
Il quadro clinico è simile a quello dell’influenza, con diversi livelli di gravità, con sintomi come febbre, profonda stanchezza, tosse per lo più secca, rinite con anosmia (insensibilità agli odori) e caratteristica ageusia (insensibilità ai sapori). Questi sintomi evolvono per lo più a risoluzione spontanea, ma con durata assai differenti. Nei casi gravi invece l’infezione si estende ai polmoni con una polmonite di tipo interstiziale che porta ad una riduzione dell’ossigenazione del sangue, fino all’insufficienza respiratoria grave e al decesso, soprattutto in persone già portatrici di altre malattie cardiache o respiratorie.
Dopo la malattia acuta in molte persone si sono manifestati sintomi persistenti, soprattutto stanchezza, confusione mentale e difficoltà di concentrazione (brain-fog, nebbia nel cervello), ma anche dispnea e dolori muscolari : il quadro fu definito log-CoViD.
Già a metà del 2020 erano disponibili test per l’identificazione del virus nelle secrezioni nasali, facilitando la diagnosi, ma le cure continuarono ad essere di solo supporto alle funzioni vitali, essendo stati identificati solo in seguito farmaci attivi sul virus.
Alla fine del 2020 erano già stati studiati e prodotti vaccini con una tecnica innovativa, largamente distribuiti nel corso dell’anno successivo. L’efficacia fu dimostrata buona, non tanto per impedire l’attecchimento del virus quanto per ridurre la gravità della malattia. L’immunizzazione risultò però poco duratura e fu pertanto necessario eseguire ripetute rivaccinazioni. Inoltre furono segnalati e documentati rari effetti collaterali anche gravi fino a casi letali (trombosi cerebrali, miocarditi). Questo suscitò vaste proteste anti-vaccinali, soprattutto contro l’obbligo di vaccinazione per alcune categorie.
Furono obbligatorie importanti restrizioni alla mobilità, agli incontri pubblici, alle manifestazioni di ogni genere; si privilegiò la scuola e il lavoro a distanza, si resero obbligatorie le mascherine (chirurgiche e ffP2), si favorì la disinfezione delle mani in ogni ambiente. A questa brusca variazione dei rapporti umani viene oggi riferito un incremento di disagi caratteriali soprattutto dei giovani.
Ufficialmente la pandemia fu dichiarata chiusa nel maggio 2023, ma al giugno 2024 continuano ad esserci casi sporadici di infezione con rari quadri gravi con ricovero in rianimazione e con una ridottissima mortalità. Continua a essere raccomandata la co-vaccinazione anti-CoViD e anti-influenzale, anche se ora pochissime persone la fanno.