Asma da sforzo e sport

L’asma può essere scatenata, in persone predisposte, da stimoli diversi: l’allergia, il freddo, un’infezione respiratoria, l’ inquinamento aereo, lo sforzo fisico.  Questi stimoli possono essere associati  variamente fra di loro.  Nell’attività sportiva è da prendere naturalmente in considerazione principalmente l’asma da sforzo ( EIA: Exercise-induced Asthma).

 

Cause dell’asma da sforzo

Lo sforzo fisico rende necessario un maggior consumo di ossigeno e quindi un aumento ventilazione,  con atti respiratori più frequenti e profondi.

Si rende ad un certo punto così necessaria la respirazione orale e pertanto vengono a mancare il riscaldamento, l’umidificazione e la depurazione dell’aria  prodotti dalla respirazione nasale (vedi capitolo).

Il passaggio di  una quantità maggiore di aria più fredda e  più secca  produce due effetti:

1 – altera l’equilibrio del film siero-mucoso che ricopre la parete dei bronchi, seccandolo e alterandone  la concentrazione jonica ;

2 – fa evaporare i liquidi, abbassando la temperatura locale e creando così  variazioni circolatorie nei  capillari della mucosa bronchiale.

Questi meccanismi portano alla liberazione  di sostanze (istamina, leucotrieni, interleuchine) scatenanti l’asma.

 

Sport  più o meno asmogeni

1 Stanti queste premesse  è evidente che lo sport più indicato è il nuoto (ambiente caldo/umido): non per niente in questo sport eccellono molti atleti asmatici.  Per i rari asmatici a cui risulta irritante il cloro impiegato nelle piscine,  sono indicate piscine disinfettate con ozono.

In ordine crescente di asmogenicità seguono poi:

2 Gli  sport di destrezza e concentrazione come il tiro con l’arco o con armi non comportano significativo incremento della ventilazione. Anche la scherma e il tennis da tavolo possono  entrare in questa categoria, sebbene comportino sforzi maggiori

3 Gli sport che si svolgono in apnea  (velocità, salti, sollevamento pesi)  espongono a sforzi intensi ma molto brevi, non sufficienti, come tempo,  a scatenare broncospasmo.

4 Gli sport che comportano un regolare movimento delle masse muscolari, sincronizzabile con la respirazione come il canottaggio e lo sci di fondo

5 Gli sport di squadra (basket, calcio, baseball, pallavolo) alternano  momenti di attività intensa e di sosta relativa, Anche il tennis può rientrare in questa categoria.

6 Sport  in ambiente freddo, che allo sforzo uniscono l’irritazione da inalazione di aria fredda  come lo sci di discesa, l’alpinismo.  Per l’ hockey  e il pattinaggio si aggiungono anche gli inquinanti atmosferici dovuti alle macchine per il ghiaccio, spesso a gasolio e con persistenza di biossido di azoto NO2.

7 Sport nei quali lo sforzo è intenso e variabile (ciclismo, danza)

8 La corsa (fondo, mezzofondo) è l’attività più asmogena, ma costituisce la base dell’allenamento generale di tutti gli sport, utile per ottenere il miglior risultato con il minor incremento della frequenza cardiaca e il minor sforzo ventilatorio.

9 Gli sport subacquei, il deltaplano, il paracadutismo sono da evitare.

Naturalmente al rischio dell’asma da sforzo deve essere aggiunta la possibilità di asma in relazione all’ambiente in cui lo sport viene praticato (pollini all’aperto, acari nelle palestre, inquinanti  broncoirritanti ovunque).

 

Comportamento dello sportivo asmatico

La prima regola dello sportivo asmatico è il perfetto controllo dell’asma a riposo*; controllo spontaneo come nell’asma intermittente, controllo in seguito ad una terapia medica adeguata nell’asma persistente.

La premedicazione con broncodilatatori, se necessaria e prescritta, deve essere eseguita 20 min’ prima dell’attività. Nello sport ufficiale (dilettantistico o professionale) la necessità dell’impiego dei beta-mimetici deve essere documentata da parere specialistico, con documentazione per la Federazione sportiva di appartenenza ai fini anti-doping.

Un “riscaldamento” prima dell’attività sportiva è indispensabile per tutti gli sportivi e ancor più per l’asmatico e non deve durare meno di 20 – 30 min’ .

In ogni caso è prudente avere sempre con sé lo spray di salbutamolo.

Coloro che praticano sport a soli fini ricreativi possono inoltre evitare di sommare altri fattori di rischio allo sforzo:

  • Evitare l’attività all’aperto in zone ricche di pollini, scegliendo tempi e luoghi adatti
  • Evitare di fare sport quando fa molto caldo o molto freddo
  • Evitare le palestre polverose
  • Fermarsi se compaiono sintomi

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*Si dice che l’asma è sotto controllo quando:
  • Non c’è nessun sintomo cronico (o vi sono sintomi veramente minimi
  • Non vi sono (o sono rarissime) le riacutizzazioni
  • Non vi sono state visite in emergenza o ricoveri per asma
  • Non sono necessarie dosi addizionali di β-mimetici per sollievo di sintomi
  • Non vi sono limitazioni alla vita quotidiana
  • La variazione giornaliera del PEF è < 20%
  • La funzione polmonare è normale
  • Non vi sono effetti collaterali da farmaci

 

 

Istruzioni fornite dal dr Bruna agli atleti con asma da sforzo

 

Sport nei bambini e negli adolescenti asmatici

La scelta dello sport più idoneo al bambino dovrebbe essere soprattutto orientata dalle sue inclinazioni e dai suoi gusti e l’asma non dovrebbe in alcun modo impedire alcuna attività sportiva  (lasciamo stare gli sport subacquei e l’equitazioni negli allergici alla forfora di cavallo!).

 

L’attività fisica, sportiva e anche agonistica , non deve essere ostacolata nel bambino asmatico (come in ogni altro bambino), perché è indispensabile per una crescita psico-fisica equilibrata; naturalmente deve essere seguita  con intelligenza, evitando di far sentire il bambino “diverso”, ma istruendolo progressivamente all’auto-gestione.

 

I punti più evidenti di intervento sono:

  • Scelta dei luoghi ove praticare sport all’aperto (i pollini sono concentrati in luoghi diversi in stagioni diverse; il livello di acari non è identico in tutte le palestre)
  • Impiego di farmaci, concordato con lo specialista, prima dell’attività
  • Pre-riscaldamento come prima ricordato